Coltiviamo piante e uomini

Cucina

 
CUCINA. 
ESTRATTO DA UN' INTERVISTA PRIVATA NELLA PAUSA  DI UN CONVEGNO (PIACENZA  2015 MA POTEVA ESSERE ANCHE  SULLA LUNA).....
 
A: Buon giorno.
B: Buon giorno.
 
A: ....................................................................
B: ..............................................................
 
A: Cosa si intende per cucina medievale?
B: La letteratura più accreditata introduce il concetto di cucina quale pratica culturale. Quindi cucina medievale è quella cucina che nel medioevo  soddisfa i requisiti di "pratica culturale".
Parlare di cucina medievale significa principalmente (o quasi esclusivamente) parlare di cucina di nobili e benestanti in quanto non abbiamo disponibilità di libri di cucina popolare. 
In qualche modo il libro di cucina medievale è divenuto il centro di un sistema espresso nella tavola che segue la pratica moderna, così e oggi proposta dalla maggiorparte degli  amatori e non.
Però, a mio avviso, l'ipotesi più attinente è legato alla "pratica culturale" della disciplina umorale (scuola salernitana e seguenti), ed è questo l'ambito a cui mi riferisco quando parlo di  tipologie di cucina medievale.
L'azienda si occupa  di entrambi gli aspetti  con "pratica culturale" e senza. 
1)Se parlo di cucina medievale DELLE RIPRODUZIONI (FILOLOGICHE), mi riferisco all'assenza delle pratiche culturali "fondanti", nel senso più stretto in cui intende l'Archeologia Sperimentale dove tutte le fasi nel riprodurre di un oggetto  corrispondono a stringenti requisiti di verifica: ergo , riproduzione "materiale" dei "piatti". Per riprodurre una pietanza medievale si segue  l'alimento  dall'origine e la "trasformazione" finchè non diviene vivanda (come si dice oggi dalla produzione alla trasformazione).
In questo caso il lavoro di riproduzione, non è così semplice come potresti pensare dato che molte delle "fasi" di lavorazioni ancora oggi hanno necessità di essere comprese e passate al vaglio  di un'indagine scentifica acurata. Molti poi, sono i limiti "endemici", per esempio è impossibile riprodurre un "gusto" secondo uno standar, nessuno conosce i veri sapori dell'epoca e non ci sono opere che ne conservano il "senso".
Moltissimi poi sono i "misteri" soprattutto per ciò che riguarda le antiche tecniche di esecuzione strettamente, quelle strettamente materiali e "manuali"; questione che va complicandosi grazie ad un insignificante, lacunosa e sicuramente insufficiente bibliografia. Non farmi parlare poi  dei limiti  "statuiti" da quella "esegesi" accademica (soprattutto occidentale) poco attenta alla questione "pratica culturale".
2)- Se parlo di cucina medievale quale pratica culturale allora la Cucina medievale è cucina UMORALE. Di conseguenza legata principalmente a quelle teorie e discipline ricomprese dagli addetti ai lavori SOTTO LA CATEGORIA "teoria umorale"
 
A: Che cosa è la teoria umorale?
B: Diceva A. Einstein  che "se non sei capace a spiegarlo semplicemente allora non lo hai capito bene". Quindi sono tentato di rispondere semplicemente, ma sono anche memore delle esperienze della vita e so che se fossi semplice rischieremmo di non capirci, quindi dico il significato comunemente condiviso.
Con il termine composto di "Teoria Umorale" si suole indicare generalmente quell'insieme di correnti di pensieri e-o di discipline fondate sul riconoscimento (nella costituzione di ogni cosa dell'univeso) di elementi primari, unici, essenziali che sono costitutivi per l'appunto di ogni cosa esistente "nell'universo". Questi elementi se "individuati" nell'uomo assumono la valenza di "umore/i". Ed ecco perchè la cucina medievale non può essere compresa senza rientrare in questo ambito.
Per la teoria "classica" ellenica ed occidentale gli elementi "originari" sono quatto (F.A.T.A. -non ti sembra già un bell'inizio? pensa un pò:Fata! fuoco,acqua,terra,aria). Ma sono molti gli approci che in luoghi e tempi differenti  fanno risalire la costituzione delle cose a due, tre,cinque o più elementi essenziali o costitutivi.
Questo approcio teorico e pratico è condiviso esplicitamente dall'Ayurveda per le tre costituzioni (vata,kapa,pitta), dalla medicina tibetana e in modo diverso dalla medicina cinese   (- formati da 5 elementi di partenza). Per quanto mi riguarda è il cuore della tipicità della così detta "Cucina Medievale"è nella teoria e nella disciplina umorale. Le discipline cinesi ed orientali in generale ne applicano i risultati  in diverse forme "costitutive". E' impensabile per ognuno di noi poter pensare alla cucina ayurvedica soltanto nella sua "esecuzione materiale" o senza concentrarci sulle costituzioni e sui bisogni di chi si nutre di essi. Può risultare interessante evidenziare quanto l'aspetto comune a moltissime pratiche mediche che portano al loro interno espressioni e concetti tipicizzanti in quell'area a levante del mondo che non si rifanno ad esse espressamente. Pensiamo per esempio a moltissimi nativi americani, alle ruote della medicina all'interno delle quali sono facilmente riconoscibili i concetti dei "movimenti" e degli elementi  presenti nei concetti orientali.
 
A: Dunque la cucina medievale e la cucina ayurvedica possono essere considerati parenti stretti?
B: Esattamente!
 
A: Quanti esperti  di settore operano in tal senso nella cucina medievale ?
B: Che io sappia sono l'unico per il settore umorale della "cucina medievale" . Mentre se parliamo di cucina dal punto di vista delle riproduzioni in senso materiale siamo in diversi e poi ci sono molte pubblicazioni ,dunque immagino che ci siano molti più operatori di quelli che conosco.
 
A: Potresti consigliare ai nostri ascoltatori un libro da leggere per avvicinarsi alla cucina del o nel  medievo?
B: Come avrai capito, se restiamo nel  campo della cucina medievale, non amo i libri soprattutto se usati secondo le concezioni accademiche,  o quelli che si incentrano sull'esecuzione della ricetta. A dirla tutta parlando di ricette penso che la concezione che abbiamo oggi culturamlmente in occidente ammazzi il senso, svilisca il contenuto, se si intende la cucina medievale nel senso umorale. 
Il libro non può far vivere l'esperienza della cucina "medievale" che può e deve essere praticata solo nella sua totalità. Quasi tutte le discipline e teorie "umorali" (al pari di ogni disciplina orientale o araba  dell'epoca ) prescrivono un retaggio orale, uno stile di vita , come si usava dire un tempo una "dieta".  Molti operatori che ho incontrato nelle cucine "storiche", che poi sono anche e soprattutto lettori, e spesso italiani, si riferivano alla traduzione di Maria Salemi Cardini , libro dal titolo "A tavola nel medievo". 
Fai attenzione però, perchè nonostante la premessa sui libri, spero profondamente che la lettura di questo e di altri libri possa essere d'aiuto ai lettori interessati, eppure non penso che sia i libri che insegneranno a nessuno a cucinare "medievale"nel senso umorale.
 
A: E per me stasera cosa cucineresti?
B: Ti cucinerei il digiuno, oppure come sto facendo ti servo ora un suggerimento.
 
A: Sono stato così cattivo?
B: No! Ed è  proprio questo il punto: te lo sei meritato. :D
 
A: ha ha ha.... ed allora perchè il digiuno?
B: Perché sei stato attento e forse hai capito da solo senza bisogno del libro. Dunque dillo tu perché ti ho consigliato il digiuno........
 
A: ........................................................................................ 
 
CUCINA. 
ESTRATTO DA UN' INTERVISTA PRIVATA NELLA PAUSA  DI UN CONVEGNO (PIACENZA  2015 MA POTEVA ESSERE ANCHE  SULLA LUNA).....
 
A: Buon giorno.
B: Buon giorno.
 
A: ....................................................................
B: ..............................................................
 
A: Cosa si intende per cucina medievale?
B: La letteratura più accreditata introduce il concetto di cucina quale pratica culturale. Quindi cucina medievale è quella cucina che nel medioevo  soddisfa i requisiti di "pratica culturale".
Parlare di cucina medievale significa principalmente (o quasi esclusivamente) parlare di cucina di nobili e benestanti in quanto non abbiamo disponibilità di libri di cucina popolare. 
In qualche modo il libro di cucina medievale è divenuto il centro di un sistema espresso nella tavola che segue la pratica moderna, così e oggi proposta dalla maggiorparte degli  amatori e non.
Però, a mio avviso, l'ipotesi più attinente è legato alla "pratica culturale" della disciplina umorale (scuola salernitana e seguenti), ed è questo l'ambito a cui mi riferisco quando parlo di  tipologie di cucina medievale.
L'azienda si occupa  di entrambi gli aspetti  con "pratica culturale" e senza. 
1)Se parlo di cucina medievale DELLE RIPRODUZIONI (FILOLOGICHE), mi riferisco all'assenza delle pratiche culturali "fondanti", nel senso più stretto in cui intende l'Archeologia Sperimentale dove tutte le fasi nel riprodurre di un oggetto  corrispondono a stringenti requisiti di verifica: ergo , riproduzione "materiale" dei "piatti". Per riprodurre una pietanza medievale si segue  l'alimento  dall'origine e la "trasformazione" finchè non diviene vivanda (come si dice oggi dalla produzione alla trasformazione).
In questo caso il lavoro di riproduzione, non è così semplice come potresti pensare dato che molte delle "fasi" di lavorazioni ancora oggi hanno necessità di essere comprese e passate al vaglio  di un'indagine scentifica acurata. Molti poi, sono i limiti "endemici", per esempio è impossibile riprodurre un "gusto" secondo uno standar, nessuno conosce i veri sapori dell'epoca e non ci sono opere che ne conservano il "senso".
Moltissimi poi sono i "misteri" soprattutto per ciò che riguarda le antiche tecniche di esecuzione strettamente, quelle strettamente materiali e "manuali"; questione che va complicandosi grazie ad un insignificante, lacunosa e sicuramente insufficiente bibliografia. Non farmi parlare poi  dei limiti  "statuiti" da quella "esegesi" accademica (soprattutto occidentale) poco attenta alla questione "pratica culturale".
2)- Se parlo di cucina medievale quale pratica culturale allora la Cucina medievale è cucina UMORALE. Di conseguenza legata principalmente a quelle teorie e discipline ricomprese dagli addetti ai lavori SOTTO LA CATEGORIA "teoria umorale"
 
A: Che cosa è la teoria umorale?
B: Diceva A. Einstein  che "se non sei capace a spiegarlo semplicemente allora non lo hai capito bene". Quindi sono tentato di rispondere semplicemente, ma sono anche memore delle esperienze della vita e so che se fossi semplice rischieremmo di non capirci, quindi dico il significato comunemente condiviso.
Con il termine composto di "Teoria Umorale" si suole indicare generalmente quell'insieme di correnti di pensieri e-o di discipline fondate sul riconoscimento (nella costituzione di ogni cosa dell'univeso) di elementi primari, unici, essenziali che sono costitutivi per l'appunto di ogni cosa esistente "nell'universo". Questi elementi se "individuati" nell'uomo assumono la valenza di "umore/i". Ed ecco perchè la cucina medievale non può essere compresa senza rientrare in questo ambito.
Per la teoria "classica" ellenica ed occidentale gli elementi "originari" sono quatto (F.A.T.A. -non ti sembra già un bell'inizio? pensa un pò:Fata! fuoco,acqua,terra,aria). Ma sono molti gli approci che in luoghi e tempi differenti  fanno risalire la costituzione delle cose a due, tre,cinque o più elementi essenziali o costitutivi.
Questo approcio teorico e pratico è condiviso esplicitamente dall'Ayurveda per le tre costituzioni (vata,kapa,pitta), dalla medicina tibetana e in modo diverso dalla medicina cinese   (- formati da 5 elementi di partenza). Per quanto mi riguarda è il cuore della tipicità della così detta "Cucina Medievale"è nella teoria e nella disciplina umorale. Le discipline cinesi ed orientali in generale ne applicano i risultati  in diverse forme "costitutive". E' impensabile per ognuno di noi poter pensare alla cucina ayurvedica soltanto nella sua "esecuzione materiale" o senza concentrarci sulle costituzioni e sui bisogni di chi si nutre di essi. Può risultare interessante evidenziare quanto l'aspetto comune a moltissime pratiche mediche che portano al loro interno espressioni e concetti tipicizzanti in quell'area a levante del mondo che non si rifanno ad esse espressamente. Pensiamo per esempio a moltissimi nativi americani, alle ruote della medicina all'interno delle quali sono facilmente riconoscibili i concetti dei "movimenti" e degli elementi  presenti nei concetti orientali.
 
A: Dunque la cucina medievale e la cucina ayurvedica possono essere considerati parenti stretti?
B: Esattamente!
 
A: Quanti esperti  di settore operano in tal senso nella cucina medievale ?
B: Che io sappia sono l'unico per il settore umorale della "cucina medievale" . Mentre se parliamo di cucina dal punto di vista delle riproduzioni in senso materiale siamo in diversi e poi ci sono molte pubblicazioni ,dunque immagino che ci siano molti più operatori di quelli che conosco.
 
A: Potresti consigliare ai nostri ascoltatori un libro da leggere per avvicinarsi alla cucina del o nel  medievo?
B: Come avrai capito, se restiamo nel  campo della cucina medievale, non amo i libri soprattutto se usati secondo le concezioni accademiche,  o quelli che si incentrano sull'esecuzione della ricetta. A dirla tutta parlando di ricette penso che la concezione che abbiamo oggi culturamlmente in occidente ammazzi il senso, svilisca il contenuto, se si intende la cucina medievale nel senso umorale. 
Il libro non può far vivere l'esperienza della cucina "medievale" che può e deve essere praticata solo nella sua totalità. Quasi tutte le discipline e teorie "umorali" (al pari di ogni disciplina orientale o araba  dell'epoca ) prescrivono un retaggio orale, uno stile di vita , come si usava dire un tempo una "dieta".  Molti operatori che ho incontrato nelle cucine "storiche", che poi sono anche e soprattutto lettori, e spesso italiani, si riferivano alla traduzione di Maria Salemi Cardini , libro dal titolo "A tavola nel medievo". 
Fai attenzione però, perchè nonostante la premessa sui libri, spero profondamente che la lettura di questo e di altri libri possa essere d'aiuto ai lettori interessati, eppure non penso che sia i libri che insegneranno a nessuno a cucinare "medievale"nel senso umorale.
 
A: E per me stasera cosa cucineresti?
B: Ti cucinerei il digiuno, oppure come sto facendo ti servo ora un suggerimento.
 
A: Sono stato così cattivo?
B: No! Ed è  proprio questo il punto: te lo sei meritato. :D
 
A: ha ha ha.... ed allora perchè il digiuno?
B: Perché sei stato attento e forse hai capito da solo senza bisogno del libro. Dunque dillo tu perché ti ho consigliato il digiuno........
 
A: ........................................................................................ 

ESTRATTO DA UN' INTERVISTA PRIVATA NELLA PAUSA  DI UN CONVEGNO

(PIACENZA  2015 MA POTEVA ESSERE ANCHE  SULLA LUNA).....

 

A: Buon giorno.

B: Buon giorno.

 

A: ....................................................................

B: ..............................................................

 

A: Cosa si intende per cucina medievale?

B: La letteratura più accreditata introduce il concetto di cucina quale pratica culturale. Quindi cucina medievale è quella cucina che nel medioevo  soddisfa i requisiti di "pratica culturale".

Parlare di cucina medievale significa principalmente (o quasi esclusivamente) parlare di cucina di nobili e benestanti in quanto non abbiamo disponibilità di libri di cucina popolare. 

In qualche modo il libro di cucina medievale è divenuto il centro di un sistema espresso nella tavola che segue la pratica moderna, così e oggi proposta dalla maggiorparte degli  amatori e non.

Però, a mio avviso, l'ipotesi più attinente è legato alla "pratica culturale" della disciplina umorale (scuola salernitana e seguenti), ed è questo l'ambito a cui mi riferisco quando parlo di  tipologie di cucina medievale.

L'azienda si occupa  di entrambi gli aspetti  con "pratica culturale" e senza. 

1)Se parlo di cucina medievale DELLE RIPRODUZIONI (FILOLOGICHE), mi riferisco all'assenza delle pratiche culturali "fondanti", nel senso più stretto in cui intende l'Archeologia Sperimentale dove tutte le fasi nel riprodurre di un oggetto  corrispondono a stringenti requisiti di verifica: ergo , riproduzione "materiale" dei "piatti". Per riprodurre una pietanza medievale si segue  l'alimento  dall'origine e la "trasformazione" finchè non diviene vivanda (come si dice oggi dalla produzione alla trasformazione).

In questo caso il lavoro di riproduzione, non è così semplice come potresti pensare dato che molte delle "fasi" di lavorazioni ancora oggi hanno necessità di essere comprese e passate al vaglio  di un'indagine scentifica acurata. Molti poi, sono i limiti "endemici", per esempio è impossibile riprodurre un "gusto" secondo uno standar, nessuno conosce i veri sapori dell'epoca e non ci sono opere che ne conservano il "senso".

Moltissimi poi sono i "misteri" soprattutto per ciò che riguarda le antiche tecniche di esecuzione strettamente, quelle strettamente materiali e "manuali"; questione che va complicandosi grazie ad un insignificante, lacunosa e sicuramente insufficiente bibliografia. Non farmi parlare poi  dei limiti  "statuiti" da quella "esegesi" accademica (soprattutto occidentale) poco attenta alla questione "pratica culturale".

2)- Se parlo di cucina medievale quale pratica culturale allora la Cucina medievale è cucina UMORALE. Di conseguenza legata principalmente a quelle teorie e discipline ricomprese dagli addetti ai lavori SOTTO LA CATEGORIA "teoria umorale"

 

A: Che cosa è la teoria umorale?

B: Diceva A. Einstein  che "se non sei capace a spiegarlo semplicemente allora non lo hai capito bene". Quindi sono tentato di rispondere semplicemente, ma sono anche memore delle esperienze della vita e so che se fossi semplice rischieremmo di non capirci, quindi dico il significato comunemente condiviso.

Con il termine composto di "Teoria Umorale" si suole indicare generalmente quell'insieme di correnti di pensieri e-o di discipline fondate sul riconoscimento (nella costituzione di ogni cosa dell'univeso) di elementi primari, unici, essenziali che sono costitutivi per l'appunto di ogni cosa esistente "nell'universo". Questi elementi se "individuati" nell'uomo assumono la valenza di "umore/i". Ed ecco perchè la cucina medievale non può essere compresa senza rientrare in questo ambito.

Per la teoria "classica" ellenica ed occidentale gli elementi "originari" sono quatto (F.A.T.A. -non ti sembra già un bell'inizio? pensa un pò:Fata! fuoco,acqua,terra,aria). Ma sono molti gli approci che in luoghi e tempi differenti  fanno risalire la costituzione delle cose a due, tre,cinque o più elementi essenziali o costitutivi.

Questo approcio teorico e pratico è condiviso esplicitamente dall'Ayurveda per le tre costituzioni (vata,kapa,pitta), dalla medicina tibetana e in modo diverso dalla medicina cinese   (- formati da 5 elementi di partenza). Per quanto mi riguarda è il cuore della tipicità della così detta "Cucina Medievale"è nella teoria e nella disciplina umorale. Le discipline cinesi ed orientali in generale ne applicano i risultati  in diverse forme "costitutive". E' impensabile per ognuno di noi poter pensare alla cucina ayurvedica soltanto nella sua "esecuzione materiale" o senza concentrarci sulle costituzioni e sui bisogni di chi si nutre di essi. Può risultare interessante evidenziare quanto l'aspetto comune a moltissime pratiche mediche che portano al loro interno espressioni e concetti tipicizzanti in quell'area a levante del mondo che non si rifanno ad esse espressamente. Pensiamo per esempio a moltissimi nativi americani, alle ruote della medicina all'interno delle quali sono facilmente riconoscibili i concetti dei "movimenti" e degli elementi  presenti nei concetti orientali.

 

A: Dunque la cucina medievale e la cucina ayurvedica possono essere considerati parenti stretti?

B: Esattamente!

 

A: Quanti esperti  di settore operano in tal senso nella cucina medievale ?

B: Che io sappia sono l'unico per il settore umorale della "cucina medievale" . Mentre se parliamo di cucina dal punto di vista delle riproduzioni in senso materiale siamo in diversi e poi ci sono molte pubblicazioni ,dunque immagino che ci siano molti più operatori di quelli che conosco.

 

A: Potresti consigliare ai nostri ascoltatori un libro da leggere per avvicinarsi alla cucina del o nel  medievo?

B: Come avrai capito, se restiamo nel  campo della cucina medievale, non amo i libri soprattutto se usati secondo le concezioni accademiche,  o quelli che si incentrano sull'esecuzione della ricetta. A dirla tutta parlando di ricette penso che la concezione che abbiamo oggi culturamlmente in occidente ammazzi il senso, svilisca il contenuto, se si intende la cucina medievale nel senso umorale. 

Il libro non può far vivere l'esperienza della cucina "medievale" che può e deve essere praticata solo nella sua totalità. Quasi tutte le discipline e teorie "umorali" (al pari di ogni disciplina orientale o araba  dell'epoca ) prescrivono un retaggio orale, uno stile di vita , come si usava dire un tempo una "dieta".  Molti operatori che ho incontrato nelle cucine "storiche", che poi sono anche e soprattutto lettori, e spesso italiani, si riferivano alla traduzione di Maria Salemi Cardini , libro dal titolo "A tavola nel medievo". 

Fai attenzione però, perchè nonostante la premessa sui libri, spero profondamente che la lettura di questo e di altri libri possa essere d'aiuto ai lettori interessati, eppure non penso che sia i libri che insegneranno a nessuno a cucinare "medievale"nel senso umorale.

 

A: E per me stasera cosa cucineresti?

B: Ti cucinerei il digiuno, oppure come sto facendo ti servo ora un suggerimento.

 

A: Sono stato così cattivo?

B: No! Ed è  proprio questo il punto: te lo sei meritato. :D

 

A: ha ha ha.... ed allora perchè il digiuno?

B: Perché sei stato attento e forse hai capito da solo senza bisogno del libro. Dunque dillo tu perché ti ho consigliato il digiuno........

 

A: ........................................................................................ 

 

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